#LaNostraOpinione – 28° Rallye Sanremo: le “minigonne” della discordia

Italia – 25 Dicembre 2016

In queste ultime settimane insieme, dopo aver ripercorso insieme a voi tutte le tappe fondamentali della stagione 1986 del Campionato Mondiale Rally, Sports Car Legends vi ha fatto rivivere tutti gli eventi che caratterizzarono le ultime settimane di quella memorabile annata, a partire dalla vittoria di Markku Alén al 14° Toyota Olympus Rally che in un primo momento consegnò nelle mani del pilota Lancia lo scettro di Campione del Mondo Piloti.
La gioia del finlandese durò tuttavia solo per pochi giorni in quanto, a seguito della decisione del Tribunale Esecutivo della FISA che, revocando i risultati del 28° Rallye Sanremo, di fatto incoronò Juha Kankkunen quale vincitore del titolo iridato piloti.

Ma cosa portò a questo rocambolesco finale di stagione? Sports Car Legends esattamente una settimana fa vi ha raccontato i retroscena del 28° Rallye Sanremo, dove le Peugeot 205 T16 E2 vennero escluse dalla gara alla vigilia dell’ultima e decisiva tappa sull’asfalto ligure. Un provvedimento avvolto fin da subito da molte ombre e poca chiarezza rivelatosi, come abbiamo visto, decisivo per le sorti del Campionato.
Ancora oggi, a distanza di 30 anni, non è mai stata fatta chiarezza circa l’aspetto fondamentale della controversia, ovvero la regolarità o meno delle bandelle, dette minigonne, montate nel sottoscocca delle Peugeot ufficiali nella gara italiana.
In questo articolo Sports Car Legends decide di esporre il suo personale punto di vista sulla vicenda, con il desiderio di potersi confrontare con l’opinione di altri Appassionati e Tifosi che quel periodo l’anno vissuto sia in prima persona sia, come nel caso di chi scrive, grazie alle testimonianze della carta stampata o degli addetti ai lavori. Buona lettura! 😉

Juha Kankkunen o Markku Alén? Chi meriterebbe di più il titolo di Campione del Mondo Piloti 1986? Difficile rispondere su due piedi a questa domanda: lo meriterebbero entrambi, come avrebbero meritato di giocarselo fino in fondo anche Timo Salonen, velocissimo per tutto l’anno ma spesso sfortunato, e soprattutto Henri Toivonen, autore di un inizio straordinario e folgorante di un campionato che purtroppo non mai fu in grado di portare a termine…
Ma restiamo a Juha e Markku, due finlandesi di grande talento, partiti con ambizioni decisamente diverse all’inizio di quel 1986.
Alén è ormai un pilota affermato, sulla cresta dell’onda da parecchi anni e con parecchi successi in bacheca, che viene da un paio di stagioni difficili passate a lottare con la Lancia 037 a trazione posteriore contro le ben più efficaci e moderne Gruppo B a trazione integrale: l’Audi Quattro e la Peugeot 205 T16.
Con la Delta S4, della quale ha in parte curato lo sviluppo, Markku si sente finalmente pronto a sferrare l’attacco al titolo iridato e a riscattare il recente passato.
Kankkunen è invece l’astro nascente, pilota di grandi prospettive, salito agli onori della cronaca con le due vittorie in terra africana del 1985: il 33° Marlboro Safari Rally e il 17° Rallye Côte d’Ivoire, portati a casa guidando una Toyota ufficiale.
Visto il momentaneo ritiro di Ari Vatanen, vittima di un pauroso incidente nel 5° Rally of Argentina, il direttore sportivo Peugeot Jean Todt si lascia tentare dalle ottime prestazioni offerte da Juha e gli offre un sedile per il 1986, assegnandogli il compito di fare da scudiero a Timo Salonen nella rincorsa all’alloro iridato piloti.

A inizio anno Alén parte quindi tra i favoriti mentre Kankkunen è poco più che un potenziale outsider. Già dalla seconda gara, sulle nevi svedesi, appare tuttavia chiaro che il giovane pilota Peugeot, oltre ad essere veloce, è già sufficientemente maturo per lottare con i migliori specialisti e reggerne la pressione. Impressione ampiamente confermata al 33° Bosch Acropolis Rally: Juha, messo sotto pressione dalla rimonta delle Lancia di Alén e Biasion, rimane lucido fino al traguardo, raccogliendo la seconda vittoria stagionale e incrementando il vantaggio al comando della classifica di campionato.
Markku invece, a causa di due ritiri per problemi meccanici e per l’abbandono dell’intero team Lancia Martini in Corsica, si ritrova lontano ben 29 punti e la sua stagione pare ormai compromessa.
Ma è proprio a questo punto che Maximum Attack dimostra tutta la sua classe, disputando tre gare di altissimo livello, dove tuttavia, nonostante raccolga tre piazzamenti a podio, manca l’appuntamento con la vittoria, che visti i valori espressi sul campo sarebbe stata ampiamente meritata, soprattutto in Nuova Zelanda e in Finlandia dove il finlandese della Lancia si ritrova al comando per buona parte della corsa.
Kankkunen da parte sua, vincendo in Nuova Zelanda e con il secondo posto in Finlandia, riesce a limitare i danni causati dal ritiro in Argentina mantenendo 22 punti di margine su Alén alla vigilia del 28° Rallye Sanremo.

Sulle strade italiane la corsa di Alén parte subito in salita per colpa di una foratura, mentre Kankkunen sembra avere sotto controllo la situazione, rimanendo vicino alle posizioni di vertice ma allo stesso tempo lontano da possibili guai, in attesa di poter sferrare l’attacco decisivo sulla terra toscana.
Come abbiamo visto è proprio sugli sterrati del centro Italia che iniziano i problemi, a causa di un malfunzionamento del servizio di cronometraggio di una prova speciale: un’anomalia che lascia più di una perplessità, soprattutto per il fatto che si parla di uno dei rally più importanti del Campionato Mondiale e non di una gara amatoriale tra amici.
Il vero momento cruciale della gara arriva però qualche ora più tardi, quando la Peugeot numero 9 di Saby viene prelevata dal parco chiuso di Sanremo per essere sottoposta a verifica tecnica straordinaria.
Il motivo? La presenza di minigonne nel fondo scocca, montate durante la notte e che, in previsione delle prove su asfalto dell’ultima giornata di gara, andrebbero a creare un consistente effetto suolo tra la strada e il fondo delle auto, migliorandone notevolmente le prestazioni. Secondo Peugeot tali bandelle non sarebbero appendici aerodinamiche per generare l’effetto suolo, proibite dal regolamento, ma servirebbero semplicemente a proteggere gli organi meccanici da pietre e sassi.
Peccato che sulle prove speciali sullo sterrato le bandelle non fossero montate… come mai? Forse Peugeot pensava di trovare più sassi lungo l’asfalto ligure piuttosto che sulla terra toscana?
Tuttavia, come osservato da alcuni addetti ai lavori, le bandelle erano state montate già alla partenza del rally e sottoposte a verifica tecnica, con esito positivo. Ma c’è di più… in alcune delle precedenti gare della stagione le minigonne erano già state portate in gara senza che sorgesse nessun problema sia in sede di verifica pre gara che in fase di post gara. Come mai? Possibile che nessuno avesse neppure preso in considerazione che Peugeot potesse correre violando i regolamenti? Perché farlo notare solo in una delle ultime gare della stagione? Forse certi favoritismi di cui gode Peugeot da parte della FISA, il cui presidente Balestre è francese, passano in secondo piano in Italia, patria della Lancia? Oppure perché le 205 sono del tutto regolari e proprio la Lancia spinge sugli organizzatori della gara di casa per cercare di ribaltare a proprio favore l’esito della gara, sfruttando una parte del regolamento tecnico nebulosa e poco chiara?
Tutto può essere ma sta di fatto che la casa torinese, al momento dell’esclusione delle tre 205 ufficiali, si trova comunque in testa al rally con Miki Biasion mentre Dario Cerrato e Markku Alén sono subito dietro a Kankkunen, pronti a sferrare l’attacco decisivo nelle prove speciali conclusive.

Insomma, più ci si pensa e più emergono i dubbi. Schierarsi da una parte o dall’altra non è certo facile. Certo, qualche perplessità sull’onestà di Balestre e della FISA, alla luce anche del verdetto finale del 18 Dicembre, non può che passare per la mente. 
A causa della tragedia di Toivonen e Cresto avvenuta a inizio maggio, fu deciso senza preavviso il cambiamento dei regolamenti sportivi in vista del 1987: forse Jean-Marie Balestre, per paura che Peugeot chiedesse alla FISA un risarcimento danni (quantificati in 40 miliardi di lire) a causa di tali cambiamenti, potrebbe aver preso in considerazione di schierarsi dalla parte del costruttore francese?
Assai probabile quando si parla di un presidente definito dispotico e spesso autore di scelte discutibili. Un esempio? Il caso Senna-Prost scoppiato al Gran Premio di Suzuka nel 1989, ve lo ricordate? Ecco… guarda a caso Prost e Balestre sono connazionali proprio come francese è la Peugeot.
Ovviamente queste non sono accuse ma solamente chiacchiere e riflessioni che Sports Car Legends vuole condividere con i suoi Amici… la storia purtroppo è e rimarrà sempre avvolta nel mistero, ieri, oggi e anche domani. Ripensando a quell’indimenticabile 1986 quante volte ci chiederemo ancora: ma le famose minigonne delle 205 T16 E2 erano illegali o no? 

Voi cari Appassionati cosa ne pensate? Fatecelo sapere domani sulla pagina Facebook ufficiale SCL, nei commenti sotto al post che tratta di questo articolo. Non vediamo l’ora di sentire la vostra voce!! 😉 

– gli Amministratori di Sports Car Legends