#CiakSiCorre – Old Blue Eyes

11/07/2017

Anni ’60 e ’70. Tra i tanti divi di Hollywood due in particolare attiravano gli occhi delle fan: Steve McQuenn, il ribelle dall’animo tormentato, e Paul Newman, l’uomo dagli occhi color mare. Oltre alle attenzioni delle signore, questi due pilastri del cinema condividevano anche una grande Passione, l’automobilismo. Conosciamo la sua storia al volante qui, a #CiakSiCorre .

Se McQueen coltivava il suo amore per i motori fin dall’adolescenza e lo portò anche sui set cinematografici, Newman scoprì questo mondo solo nel 1965, a 40 anni, vivendolo più che altro sui circuiti di svariate competizioni ufficiali. Il primo approccio al Motorsport lo ebbe con il suo Maggiolino modificato: motore della Porsche 356, barre antirollio, sospensioni Koni e pneumatici Dunlop trasformarono la piccola Volkswagen in un prestante mezzo per divertirsi sulla pista californiana di Willow Springs. La Ford colse al volo questo interesse del divo cinematografico e nel 1967 il suo nome venne usato per sponsorizzare una Holman & Moody Honker II, guidata dal pilota statunitense Mario Andretti nella tappa di Bridgehampton del campionato Can-Am.
Quello che sembrava solamente un passatempo, nel 1968 si trasformò nell’idea di diventare pilota. Sfruttando le riprese del film “Indianapolis pista infernale”, Newman frequentò dei corsi di guida tenuti dal noto pilota Bob Bondurant, ottenendo 4 anni più tardi la licenza per correre. In quel periodo dichiarò « Sono stato un cattivo pugile, un deludente giocatore di football americano, di tennis, di badminton, un pessimo sciatore. Non ho mai avuto il dono della grazia nello sport. Poi un giorno mi son detto: “Sta’ a vedere che invece sono un decente pilota…” ». Gli anni a venire avrebbero dimostrato che Old Blue Eyes ci aveva visto giusto.

Nel 1972 corse nel Campionato organizzato dallo Sport Car Club of America al volante di una Lotus Elan, ma il debutto ufficiale è datato 1973, quando affrontò alcune gare dei campionati locali SCCA al volante di una Datsun 510, mentre l’anno seguente si cimentò anche nelle più importanti serie Trans-Am e IMSA con una Ford Escort.
L’entusiasmo è alle stelle, tanto che nel 1975 lasciò la scuderia del suo mentore Bob Sharp, accusato di prendere troppo sul serio le corse, per mettersi in proprio: nacque così il team PLN Racing, che avvalendosi di una Triumph TR6 ottenne nel 1976 il primo successo importante, il titolo di Campione Statunitense SCCA Classe D. Sempre nello stesso anno fondò un’altra scuderia, la Newman Freeman, questa volta insieme a Bill Freeman: impegnata nei campionati Can-Am, Formula Indy e IMSA, nel 1977 permise a Newman di partecipare al suo primo evento veramente importante. Stiamo parlando della 24 Ore di Daytona, dove corse al volante di una Ferrari 365 GTB/4 nel team ribattezzato Ramsey Ferrari/Modena: con lui i connazionali Elliot Forbes-Robinson e Milt Minter, con la sponsorizzazione di Clint Eastwood, amico di Paul Newman. L’avventura si concluse con un 5° posto assoluto.

Tuttavia il ’77 fu un anno privo di vittorie, portando l’attore a pensare seriamente all’abbandono del motorsport. Bob Sharp lo convinse tuttavia a tornare nel suo team e con la Datsun 280Z centrò il 2° posto nel Campionato Nazionale SCCA Classe C. Di lì a poco sarebbero arrivate grandi soddisfazioni, con una stagione 1979 da incorniciare. L’attore/pilota americano arrivò 3° nel Campionato Nazionale SCCA Classe B con la Datsun 280ZX , debuttando sempre con la sportiva nipponica serie IMSA e vincendo a Road Atlanta in SCCA. Ma il culmine più alto arrivò con l’ingresso nel team dello statunitense Dick Barbour: la 24 Ore di Daytona disputata con una Porsche 935 andò male, ma alla 24 Ore di Le Mans ottenne un incredibile 2° posto (1° nella Classe IMSA) in squadra con Barbour e il tedesco Rolf Stommelen. Per Newman fu una soddisfazione enorme, tuttavia l’ultima in terra straniera: infatti non gareggiò più all’estero a causa dell’eccessivo assedio di stampa e fan durante tutta la manifestazione francese. Il 1969 fu anche l’anno dell’ingaggio di Keke Rosberg, futuro campione di F1, che corse il Campionato CanAm con la Newman Freeman.

Lasciato il campionato IMSA nel 1981, l’anno fu la volta di correre in Trans-Am con la Datsun, con un trionfo a Brainerd a bordo della 280ZXT. Nel 1983 divenne socio di Carl Haas (da non confondere con l’attuale scuderia Haas di F1) per creare il team Newman/Haas, una delle squadre più vincenti nella storia dell’automobilismo a stelle e strisce. Il primo successo arrivò già nel 1984, con Mario Andretti che conquistò il campionato CART al volante di una Lola con motore Cosworth. La carriera da pilota di Newman non è però terminata: sempre a bordo di Nissan, vinse a Road Atlanta (SCCA) con la 300ZXT sia nel 1985 che nel 1986, anno in cui ottenne il secondo trionfo in carriera nella categoria Trans-Am, per la precisione a Lime Rock. Newman, ormai sessantenne, iniziò a risentire dell’età al volante, con risultati sempre meno convincenti che lo portarono nel 1987 a lasciare la IMSA, affrontando nel 1989 la Trans-Am con auto Oldsmobile.
Le più grandi soddisfazioni degli anni a seguire arrivarono dal team Newman/Haas: Michael Andretti si laureò Campione CART nel 1991 con una Lola-Chevrolet, mentre 2 anni più tardi fu la volta del trionfo nella serie erede della CART, la Indy Car, con la Lola-Ford pilotata dal britannico Nigel Mansell. Newman corse solo saltuariamente e sempre a bordo di una Ford Mustang: nel 1993 alcune gare in Trans-Am e nel 1995 un 3° posto assoluto (1° in classe GTS-1) alla 24 Ore di Daytona in squadra con Mike Brockman, Tom Kendall e Mark Martin. Da ricordare nel 1997 l’acquisto di una concessionaria Volvo Oldsmobile Mazda nel Connecticut.

La Newman/Haas rimase un fiore all’occhiello anche negli anni 2000. Il brasiliano Cristiano da Matta vinse il campionato CART del 2002 con una Lola-Toyota, mentre dal 2004 al 2007 il francese Sébastien Bourdais dominò con 4 titoli consecutivi (i primi 3 con una Lola-Ford e l’ultimo con una Panoz-Ford) in Champ Car, serie erede della CART. Nonostante fosse alla soglia degli 80 anni, Newman si dilettava ancora come pilota, apparendo nella serie SCCA nel 2002 con una Jaguar XKR e in Trans-Am nel 2003 con una Chevrolet Corvette. La sua ultima corsa importante si disputò nel 2005, quando prese parte alla 24 Ore di Daytona con Bourdais, Brockman e da Matta alla guida di una Crawford DP03 motorizzata Ford, costretto al ritiro solo da un incidente. Prima della sua scomparsa (datata 26 Settembre 2008) corse per l’ultima volta il 29 Settembre 2007, dove a bordo di una Chevrolet Corvette conquistò a Lime Rock una gara valevole per il Campionato SCCA. Ricordiamo poi con piacere nel 2006 il suo doppiaggio del personaggio Doc Hudson nel film d’animazione “Cars” della Pixar, con cui coniugò ancora le Passioni per auto e cinema.
Dopo la scomparsa dell’attore, inserito tra l’altro nel 2009 nella Sport Car Club of America Hall of Fame, si tenne un’asta della sua collezione privata di automobili. Tra le vetture battute vogliamo citare la sua Volvo 950, spinta da un motore Cosworth V8 da 400 cv e una Chevrolet Corvette da 670 cv.

Non sono finite le star del cinema abbagliate dal mondo delle competizioni più che dai riflettori. Il prossimo protagonista di #CiakSiCorre è tutto italiano: lo si potrebbe definire “veloce come il vento”….
Puoi trovare le altre puntate della rubrica nella sezione dedicata, oppure nella pagina Storie, insieme ad altri interessanti contenuti.
Non perderti inoltre tutte le novità SCL seguendoci sulla nostra pagina Facebook ufficiale. Vivi la Passione con noi!!

– la Squadra Storie SCL